Criptovalute, votate le nuove regole UE: cosa cambia per gli investimenti di Redazione PMI.it scritto il 16 Marzo 2022

Cripovalute verso la regolamentazione unica: il Parlamento UE ha votato il progetto di legge MiCA a pochi giorni dell'apertura USA alle valute digitali. Dopo l’apertura gli USA al Dollaro digitale – su cui il presidente JoeBiden ha dato mandato alle agenzie federali di definire un quadro regolatorio standardizzato da svilupparsi nel medio termine – anche l’Unione Europea si apre ad una prima forma di regolamentazione del mercato delle criptovalute e delle valute digitali, con il disegno di legge MiCA (Markets in Crypto Asset). Indice 1. Criptovalute: verso regole standard nella UE 1. Protocolli e monete virtuali: cosa cambia 2. La minaccia stablecoin da contrastare 1. Più controlli e trasparenza per la finanza digitale Criptovalute: verso regole standard nella UE

Criptovalute a una svolta 14 Marzo 2022 Il Parlamento Europeo ha approvato il 14 marzo la proposta di legge per un quadro legislativo unitario che regolamenta le criptovalute in tutti gli Stati Membri della UE, un processo avviato nel 2019 e che diventa sempre più concreto. Il provvedimento (votato il 14 marzo) non contiene i temuti divieti all’utilizzo di monete virtuali operanti su blockchain con protocolli PoW (proof-of-stake) per elaborare transazioni “crypto”, come ad esempio fanno Bitcoin ed Ethereum. Stralciato dunque dal testo di legge il divieto di attività crittografiche ad alta intensità energetica (quelle su protocollo PoW), a seguito delle forti proteste emerse a riguardo, tuttavia si è scelta una soluzione di compromesso, ossia quella delle tassonomie: le criptovalute “saranno soggette a standard minimi di sostenibilità ambientale”. Protocolli e monete virtuali: cosa cambia Il testo di legge conferma il via libera a mining e transazioni per tutte le attuali criptovalute, anche a quelle che fino a pochi giorni fa erano a rischio “ban”, peraltro tra le più note e diffuse sul mercato in termini di capitalizzazione. Nessuna limitazione neppure per le blockchain che usano un protocollo ibrido – come il PoH (proof-of-history) usato da Solana – o il PoS (proof-of-stake). Il voto UE è dunque strategico e giunge in un momento storico particolare: una regolamentazione del mercato crypto sia negli Stati Uniti sia in Europa, infatti, renderà più stabili e appetibili questi asset per gli investitori tradizionali, riducendone la forte volatilità. La minaccia stablecoin da contrastare

Guerra in Ucraina, cosa comporta il blocco SWIFT 28 Febbraio 2022 Una necessità ancor più stringente all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina e del ricorso alle criptovalute per evitare le sanzioni finanziarie inflitte ai sostenitori della guerra. In un quadro di macro-finanza, in realtà, a spaventare i governi non è tanto la poca trasparenza della finanza decentralizzata ma la minaccia delle stablecoin. Si tratta di criptovalute ancorate agli asset di mercato tradizionali, come ad esempio Tether, moneta virtuale con prezzo legato dall’andamento del dollaro. Perchè fanno paura? Perchè sono stablecoin anche lo Yuan digitale, già emesso dalla banca centrale cinese, e il Rublo digitale, in via di emissione entro il 2022 dalla banca centrale russa. Più controlli e trasparenza per la finanza digitale

Criptovalute & Co: in Italia boom di illeciti sul trading online 15 Marzo 2022 E qui torniamo al progetto di legge MiCA, che cerca adesso di rafforzare la regolamentazione sulla finanza digitale nella UE e introdurre un regime di licenze semplificate e una serie di regole standard per tutti i paesi membri, puntando su requisiti di trasparenza, autorizzazioni e controllo da parte dei fornitori di servizi di criptovalute, tutele per i consumatori e misure contro gli illeciti di mercato. Per l’Euro digitale, lo ricordiamo, la BCE ha avviato la sperimentazione del 2021, con una roadmap di ampio respiro che dovrebbe portare in pochi anni all’emissione della valuta. L’obiettivo dichiarato è tuttavia quello di spingere su uno strumento di pagamento e non di investimento, dovendo anche sciogliere nodi fondamentali come la scelta tra infrastruttura centralizzata (potenzialmente più efficiente) o decentralizzata (per consentire transazioni tra utenti finali).

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