Dollaro digitale, Biden accelera: firmato l’ordine esecutivo per mandare avanti l’iter

Il presidente Usa ha incaricato le agenzie governative preposte di valutare rischi e benefici della gestione della moneta digitale da parte della Fed. Si punta a velocizzare il processo per evitare di essere scalzati dalla Cina che sta già testando il suo crypto-yuan

09 Mar 2022 Patrizia Licata giornalista

Gli Usa accelerano sul progetto di dollaro digitale nazionale per evitare che la Cina arrivi prima al traguardo e imponga la propria potenza fintech al mondo. Il presidente Joe Biden ha infatti firmato un ordine esecutivo in cui chiede a una serie di agenzie del governo, tra cui il dipartimento del Tesoro e il dipartimento del Commercio, di esaminare i rischi e i benefici della creazione di un dollaro digitale gestito dalla sua Banca centrale (Central bank digital currency o Cbdc), ovvero la Federal reserve. Biden chiede anche di valutare altre problematiche legate alle criptovalute e di preparare dei report sul “futuro del denaro” e sul ruolo che svolgeranno le monete virtuali. Un’ampia supervisione del mercato delle criptovalute, che ha superato il valore di 3 trilioni di dollari a novembre, è essenziale per garantire la sicurezza nazionale, la stabilità finanziaria e la competitività degli Stati Uniti e scongiurare la crescente minaccia del crimine informatico, secondo l’amministrazione Biden. Per gli analisti l’ordine esecutivo rappresenta un chiaro riconoscimento della crescente importanza delle criptovalute e del loro potenziale impatto per gli Stati Uniti e i sistemi finanziari globali. Indice degli argomenti • Washington accelera in funzione anti-Cina • Il dominio monetario nell’era delle criptovalute • Il tema dell’inclusione finanziaria Washington accelera in funzione anti-Cina Una delle misure chiave indirizza il governo degli Stati Uniti a valutare l’infrastruttura tecnologica necessaria per una potenziale valuta digitale della Banca centrale statunitense.

A gennaio la Federal reserve ha sollevato al Congresso la questione se gli Stati Uniti debbano perseguire un dollaro digitale. Gli analisti avevano commentato affermato che si tratta di un processo di anni, ma ora, secondo alcuni funzionari di Washington, il governo Usa potrebbe procedere spedito nello sviluppo del dollaro digitale nazionale, pur se con estrema cautela, dato il ruolo del dollaro come primaria valuta di riserva del mondo. “Dobbiamo essere molto, molto ponderati su questa analisi perché le implicazioni del nostro movimento in questa direzione sono profonde per il paese che emette la valuta di riserva primaria del mondo”, ha affermato una fonte all’agenzia Reuters. L’ordine di Biden indica anche alla Federal reserve di continuare gli sforzi di ricerca e sviluppo. Il dominio monetario nell’era delle criptovalute Ci sono nove Paesi (Bahamas, Caraibi orientali che include 7 paesi, e Nigeria) che hanno lanciato valute digitali nazionali controllate dalla loro Banca centrale e altri 16, tra cui la Cina, la Russia, l’Ucraina, la Svezia, l’Arabia Saudita e Singapore, che ne hanno avviato lo sviluppo, riporta l’Atlantic Council. Questo sta spingendo Washington a intraprendere lo stesso cammino per evitare che il dollaro perda il suo attuale dominio a vantaggio della Cina. Il dollaro Usa rimane sostenuto dai fondamentali come l’impegno per la trasparenza, lo stato di diritto e la piena indipendenza della Federal reserve, afferma l’amministrazione Usa. Washington ha intenzione di seguire gli sviluppi delle valute digitali con l’obiettivo di mantenere la centralità del dollaro nell’economia globale. Il tema dell’inclusione finanziaria L’ordine esecutivo di Biden sul dollaro digitale chiede alle agenzie governative, tra cui la Sec e il Consumer financial protection bureau, di esaminare altre questioni sollevate dalle criptovalute, tra cui il rischio sistemico e la protezione dei consumatori. Uno degli obiettivi primari sarebbe anche quello di correggere le inefficienze nell’attuale sistema di pagamento degli Stati Uniti e aumentare l’inclusione finanziaria, in particolare degli americani poveri, circa il 5% dei quali non ha conti bancari a causa delle commissioni elevate.

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