Euro digitale, l’Ue promette privacy e rassicura le banche

La Commissione Europa presenterà entro giugno la proposta di quadro legislativo al Parlamento e agli Stati membri. Privacy e sicurezza saranno tutelate.

Pubblicato il 09 novembre 2022 da Valentina Bernocco

L’Unione Europea fa una promessa sull’euro digitale: dopo anni di valutazioni, finalmente la Commissione Europea presenterà una proposta “entro la prima metà del 2023”, riporta Ansa. Così ha fatto sapere  Valdis Dombrovskis,  vicepresidente della Commissione Europea, in una conferenza stampa organizzata insieme alla Bce. La banca centrale è coinvolta nel progetto fin dalle origini, con sperimentazioni che risalgono a prima del 2021. Nel luglio di quell’anno, sulla base di quei primi test la Commissione aveva avviato la fase di investigazione che avrebbe dovuto concludersi entro l’ottobre del 2023.

Ma forse si procederà con qualche mese di anticipo, stando alle ultime dichiarazioni. Una volta presentata la proposta, entro giugno dell’anno prossimo, dovranno poi essere avviati i negoziati con il Parlamento Europeo e con gli Stati membri.

I tempi sono maturi, almeno dal punto di vista della domanda: la Bce stima che nel 2021 i pagamenti non in contanti effettuati nell’eurozona siano cresciuti del 12,5% rispetto all’anno precedente, per un totale di 114 miliardi di transazioni e un valore totale sia stato di 197.000 miliardi di euro. “Le società e le economie europee si stanno rapidamente digitalizzando, dobbiamo abbracciare l'era digitale”, ha detto Dombrovskis. “Anche il nostro sistema monetario deve adattarsi a un futuro digitalizzato”.

“La tempestiva adozione di un quadro legislativo per l’euro digitale darà a tutte le parti interessate la necessaria certezza legale per preparasi alla possibile introduzione e per mandare un segnale forte di supporto politico”, ha dichiarato la presidente della Bce, Christine Lagarde. “Aspetto con ansia la proposta legislativa”.

Ma che cos’è, esattamente, l’euro digitale? È, o meglio sarà, il corrispettivo immateriale delle monete e banconote in euro, e similmente verrà emesso dalla Bce e dalle banche centrali di Paesi Ue tramite soluzioni centralizzate o decentralizzate (su questo punto non è ancora stata presa una decisione). Potranno accedervi sia i cittadini sia le aziende per avere un’alternativa ai pagamenti in contanti, che non preveda l’uso di carte di debito o credito. Sarà, dunque, un sistema di pagamento e non uno strumento di investimento.

Tra le altre cose, la proposta di legislazione della Commissione conterrà i dettagli sul ruolo degli intermediatori finanziari che forniranno i servizi front-end. Dombrovsks ha assicurato che le banche avranno un ruolo primario come intermediatori. Inoltre ha promesso che l’euro digitale avrà “caratteristiche di privacy molto forti, in particolare per i pagamenti peer-to-peer di prossimità più piccoli, simili ai pagamenti in contanti odierni”.

L’esistente sistema finanziario non sarà compromesso ma si dovrà evitare che la moneta digitale sia usata per il riciclaggio di denaro (una delle ipotesi è che sia previsto un tetto minimo per le transazioni) o per finanziare il terrorismo. Fabio Panetta, membro esecutivo del board della Bce, in conferenza stampa ha detto che una delle ipotesi, oltre al tetto minimo, è quella di imporre un tetto massimo alle transazioni e acquisti in euro digitale su base mensile (un po’ come avviene con le carte di credito).

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