Il futuro della finanza: Le banche statunitensi collaborano con i crypto custodian

Per rimanere competitivi, le istituzioni finanziarie tradizionali dovranno collaborare fianco a fianco con i crypto custodian, i sub-custodian e i provider di servizi.

Analisi • L'ultimo rapporto di Grayscale Investments, intitolato "Reimagining the Future of Finance", definisce l'economia digitale come "l'intersezione di tecnologia e finanza sempre più definita da spazi, esperienze e transazioni digitali". Detto ciò, non dovrebbe sorprendere che molte istituzioni finanziarie abbiano iniziato a offrire servizi che permettono ai loro clienti di investire in Bitcoin (BTC) e altri asset digitali. L'anno scorso, in particolare, si è registrato un forte afflusso di istituzioni finanziarie che integrano il supporto per la custodia di crypto asset. Per esempio, a febbraio 2021 Bank of New York Mellon, o BNY Mellon, ha annunciato i piani per detenere e trasferire Bitcoin e altre criptovalute in qualità di asset manager per conto dei suoi clienti. Michael Demissie, responsabile degli asset digitali e delle soluzioni avanzate presso BNY Mellon, ha riferito a Cointelegraph che BNY Mellon deteneva, al 31 dicembre 2021, 46.700 miliardi di dollari di asset in custodia e/o amministrazione e 2.400 miliardi di dollari di asset in gestione. Seguendo le orme di BNY Mellon, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA), a giugno 2021 ha dichiarato l'intenzione di offrire servizi di trading e custodia di Bitcoin in Svizzera. Successivamente, ad ottobre dello scorso anno, U.S. Bank – la quinta banca retail più grande degli Stati Uniti – ha annunciato il lancio del suo servizio di custodia di criptovalute per gli investitori istituzionali. Alex Tapscott, amministratore delegato di Ninepoint Digital Asset Group, ha riferito a Cointelegraph che dal 2020 le banche degli Stati Uniti hanno dato vita ad una accesa competizione per offrire la custodia delle criptovalute. "Le crypto sono un'asset class da 2.000 miliardi di dollari e la loro custodia rappresenta un enorme business". Tapscott ha aggiunto che l'anno scorso è stato un punto di svolta per molte istituzioni finanziarie, sottolineando che il 22 luglio 2020, l'Ufficio del Comptroller of the Currency degli Stati Uniti ha concesso il permesso alle banche istituite federalmente per fornire servizi di custodia per le criptovalute. Di conseguenza, l'anno seguente molte banche tradizionali hanno iniziato a incorporare servizi di custodia. Prossime tappe È anche importante sottolineare come le stesse banche tradizionali abbiano iniziato a lavorare a stretto contatto con i custodian e i sub-custodian di criptovalute, per introdurre questi servizi relativi agli asset digitali. Ramine Bigdeliazari, director of product management per Fidelity Digital Assets, ha riferito a Cointelegraph che, data la crescente domanda da parte dei clienti, l'esplorazione di soluzioni inerenti le crypto attraverso attività di custodia con i fornitori di servizi di asset digitali sia parte della naturale evoluzione per le istituzioni finanziarie tradizionali. Ha inoltre aggiunto: "Nonostante ci siano diversi modalità con cui le banche possano entrare nel mercato degli asset digitali, come lo sviluppo di una soluzione end-to-end o l'acquisizione di provider esistenti, le relazioni di sub-custodian con provider di servizi esistenti e fidati forniscono un'alternativa superiore che consente un percorso rapido e collaudato per il mercato per soddisfare le esigenze dei clienti". Bigdeliazari ha illustrato come Fidelity Digital Assets fornisca servizi di sub-custodian alle aziende, banche comprese che, a loro volta, si interfacciano con i loro clienti. "Questi impegni mostrano il potenziale dei sub-custodian per consentire alle istituzioni di fornire ai loro clienti l'accesso agli asset digitali attraverso la stessa interfaccia ed esperienza che utilizzano per accedere ad altre asset class, senza dover sviluppare alcuna infrastruttura". Per contestualizzare, New York Digital Investment Group (NYDIG) è un sub-custodian che ha collaborato con U.S. Bank per fornire ai suoi clienti "Global Fund Services" una soluzione di custodia di Bitcoin. La partnership tra le banche tradizionali e i sub-custodian è necessaria. Per esempio, Tapscott ha spiegato che malgrado la custodia dei crypto asset sia una grande opportunità, comporta comunque dei rischi per le banche. "Conservare in modo sicuro le chiavi private può fare la differenza tra un cliente soddisfatto e i soldi in banca o una causa collettiva e le manette. Quindi, naturalmente, molte grandi banche preferiscono collaborare con aziende che hanno già maturato esperienza nel settore", ha riferito. Ed effettivamente così è stato. Kelly Brewster, chief marketing officer di NYDIG, ha dichiarato a Cointelegraph che malgrado la U.S. Bank sia tra i partner bancari più importanti di NYDIG, non è l'unica. "NYDIG ha già collaborato con più di 35 banche e cooperative di credito per portare Bitcoin sulla Main Street", ha aggiunto. Mentre i sub-custodian aiutano attivamente le istituzioni finanziarie tradizionali a partecipare all'ecosistema degli asset digitali, Tapscott tende a precisare che anche i crypto custodian come Gemini e Coinbase svolgono un ruolo importante, dichiarando che, a parer suo, le soluzioni "white label" siano la scelta preferita per le banche tradizionali che cercano di sviluppare le proprie offerte di custodia. "Alla fine le banche tenderanno a brandizzare le soluzioni di custodia come proprie, in realtà sviluppate e gestite da Gemini, Anchorage, BitGo o qualche altro crypto custodian", ha spiegato. Inoltre, i provider di infrastrutture di asset digitali stanno aiutando a colmare il divario tra le banche tradizionali e il mondo delle crypto. Ad esempio, Fireblocks ha collaborato con BNY Mellon per abilitare la sua soluzione di custodia degli asset digitali. Stephen Richards, vice president and head of product strategy and business solutions di Fireblocks, ha riferito a Cointelegraph che BNY Mellon sta utilizzando lo stack tecnologico della sua azienda, insieme ad altri componenti interni, per consentire ai clienti di detenere asset digitali. Demissie ha aggiunto che BNY Mellon sta sviluppando la propria piattaforma di custodia degli asset digitali abilitata dagli investimenti tecnologici voluti dalla banca nel settore. Inoltre, a marzo 2021 BNY Mellon ha partecipato ad un investimento Series C in Fireblocks. "La nostra piattaforma di custodia degli asset digitali è attualmente in fase di sviluppo e test, e prevediamo di lanciarla sul mercato quest'anno in attesa delle approvazioni normative", ha dichiarato Demissie, aggiungendo che BNY Mellon sta attualmente fornendo servizi di fondi per prodotti legati agli asset digitali, compresi quelli di Grayscale Investments, il più grande gestore di asset digitali del mondo. "Serviamo anche 17 dei 18 fondi di criptovaluta attivi in Canada". Le grandi banche minacceranno la decentralizzazione delle criptovalute? Secondo Demissie, gli asset digitali sono qui per rimanere, in quanto ritiene che stiano diventando sempre più parte integrante del mainstream. "I nostri clienti si aspettano che BNY Mellon, come loro provider di servizi di fiducia, estenda i nostri servizi principali a questa asset class emergente", ha riferito. Tuttavia, mentre l'integrazione degli asset digitali all'interno della finanza tradizionale possa essere considerato un grande passo per l'ecosistema crypto, alcuni potrebbero chiedersi se le grandi banche alla lunga minacceranno la natura decentralizzata degli asset crypto. Nonostante sia effettivamente una preoccupazione rilevante, Tapscott ha sottolineato che molti detentori istituzionali e al dettaglio di criptovalute preferiscono conservare gli asset con i custodian. "Che sia un custodian crypto-nativo come Gemini o una grande banca è irrilevante. Le tue chiavi saranno tenute da qualcun altro". Tuttavia, Tapscott ha osservato che questa nozione non impedisce a milioni di possessori di criptovalute di essere la propria banca e memorizzare le monete in hardware wallet. Facendo ulteriore luce sulla questione, Anthony Woolley, head of business development presso la società di digitalizzazione di mercato Ownera, ha dichiarato a Cointelegraph che la regolamentazione richiede invariabilmente un'entità, come un agente di trasferimento, per essere responsabile del record di proprietà di qualsiasi titolo. Come tale, Woolley non crede che i titoli digitali possano mai essere completamente decentralizzati pur essendo conformi alla normativa. Tuttavia, Woolley ha suggerito che potrebbe essere possibile concepire un mondo in cui i titoli digitali regolamentati vengono scambiati peer-to-peer con pagamento istantaneo, trasferimento di proprietà e settlement. "Crediamo che questo sia il tipo di decentralizzazione di cui gli investitori e la società nel suo complesso necessitano". Le banche devono collaborare con i custodian di criptovalute Preoccupazioni a parte, la crescente domanda di asset digitali da parte degli investitori istituzionali porterà le istituzioni finanziarie tradizionali a lavorare fianco a fianco con i custodian e i provider di servizi crypto. Matt Zhang, ex dirigente di trading presso la banca globale Citi e fondatore di Hivemind Capital Partners – un fondo multistrategy da 1,5 miliardi di dollari progettato per aiutare a "istituzionalizzare gli investimenti in crypto" – ha riferito a Cointelegraph che le banche hanno un livello normativo molto più alto a cui conformarsi quando si tratta di nuovi prodotti e servizi, e la custodia delle crypto è tra i più complessi: "Detto questo, la domanda dei clienti è presente, quindi le banche devono trovare il modo di collaborare con i sub-custodian per proporre il servizio il prima possibile, mentre capiscono la tabella di marcia per svilupparlo in casa. Alcune banche sono sicuramente più avanti delle altre ma, come industria, Wall Street sta cercando di stare al passo entrando nel settore della custodia delle criptovalute". Avvalorando Zhang, la ricerca Bitcoin + Banking di NYDIG pubblicata l'anno scorso ha rilevato che i clienti preferirebbero accedere a Bitcoin tramite la loro banca attuale, coerente con gli standard esistenti di qualità e gestione del rischio. I risultati di NYDIG mostrano anche che il 71% dei possessori di Bitcoin cambierebbe la propria banca principale con una che offre prodotti e servizi legati a Bitcoin. "Le banche che non offriranno questi prodotti e servizi rischiano di rimanere indietro", ha aggiunto Brewster. Più specificamente, Zhang ha dichiarato che molte grandi banche offriranno l'accesso alle crypto, rendendo lo spazio competitivo. Come tale, crede che le istituzioni finanziarie leader saranno quelle in grado di offrire un'offerta di prodotti verticalmente integrati. "Pensate al trading, al prestito, al prime, alla custodia e al banking, piuttosto che alla sola custodia su base autonoma".

COMMENTO: le criptovalute sono state concepite con un pensiero anarchico e in antitesi al mondo delle Banche e Banche centrali. Con le stablecoin si tenta di ridurre i principali difetti, cioè la ipervolatilità del valore e i costi energetici. Si agganciano a valute reali come il dollaro. Un poco come prima del 1974 il dollaro era agganciato all’oro. Sappiamo bene cosa è successo nel 1929. Oltre tutto il mantenere la block-chain costituisce un problema, perché il sistema crittografico a chiavi asimmetriche detto RSA crollerà sotto i colpi di forza bruta dei computer quantistici. Si deve fare una scelta e utilizzare la nostra tecnologia brevettata di crittografia, con la nostra moneta digitale che è conforme agli standard CBDC.

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