Fino ad adesso i VENDORS di cyber sicurezza realizzavano prodotti comprando l’algoritmo che non capivano intrinsecamente, poi gli attacchi hacker più maliziosi venivano comprati nel dark-web e poteva farli chiunque. Adesso molti si stanno eccitando per usare la tecnologia della block-chain. Bastava avere in squadra un buon Programmatore e voilà, il gioco era fatto. Ma soprattutto veniva utilizzata tecnologia realizzata da altri, come per le cripto-monete. Annunci che cambiava il mondo, parole di democrazia e senso anarchico quando adesso per essere un mnatore di bitcoin servono milioni di dollari , Sono state portate in America dalla Cina tecnologie block-chain con computer dal valore totale di 300 milioni di dollari, come viene citato in un recente articolo che riportiamo. Fare il minatore costa, non solo per i consumi energetici esorbitanti, ma proprio con l’hardware necessario. Paesi che vedevano ridursi il ruolo di paradisi fiscali tentano di buttarsi nel riconoscimento delle cripto valute, una miniera d’oro che rispetto all’oro fisico è trasportabile. Con costi elevatissimi ma è trasportabile. Altri paesi ne accettano le transazioni. A questo punto il motore block-chain piace per risolvere altri problemi, dai biglietti aerei alla identità digitale, è una tecnologia complessa ma, come spieghiamo in altri articoli, semplice da utilizzarsi. Quindi di fronte al profumo di grandi guadagni commentatori vari si slanciano in lodi sperticate, senza capire che, almeno nel discorso delle cripto-monete, si va verso un mondo teoricamente democratico ma in cui l’uomo della strada può solo essere invogliato a investire i suoi soldi sperando di guadagnare senza fatica, per poi rischiare di perdere tutto nell’effetto Ponzi da molti pronosticato. Vi sono call-center che contattano e fanno una edulcorata spiegazione dei vantaggi di questo investimento. Comunque la cosiddetta democrazia della block-chain è una democrazia per pochi ricconi, si sta smantellando il perno della economia delle Nazioni democratiche togliendoli il necessario per mantenere lo stato sociale e la stessa organizzazione dello Stato. Mi ricordo che all’epoca della Unione Sovietica vi era l’abitudine di tenere i soldi sotto il materasso, togliendoli alla fiscalità e allo Stato. Quindi venivano periodicamente cambiate le banconote, il modo che il cittadino dovesse mostrale per cambiarle con quelle nuove, altrimenti diventavano carta straccia. Negli articoli che ho riportato nella pagina press-review vi sono articoli critici ed articoli entusiasti di questa nuova tecnologia. Il 47% dei chief financial officer aziendali valuterà l’adozione di criptovalute come “asset” del business, come citato in un articolo da noi riportato. È quanto emerge da due sondaggi effettuati da Gartner nel mese di settembre 2021, in questa fase l’interesse dei Cfo rimane incerto, con circa un quarto degli intervistati che si aspetta che il proprio coinvolgimento personale sia limitato e solo pochi si aspettano di assumere la piena guida delle iniziative sulla valuta digitale, dimostrando una diffidenza dovuta alla scarsa conoscenza tecnologica del fenomeno, infatti Gartner evidenzia una certa confusione e il sovrapporsi di termini quali criptovalute e la blockchain. Spero che queste note e questa rassegna stampa aiutino i C.F.O. a comprendere meglio il problema, infatti ho messo gli articoli in forma tabellare, alcuni in inglese altri in italiano, in modo che il lettore possa farsi una facile check list di ciò che ha letto. Certo non si deve buttare via il bambino coll’acqua sporca, per questo invito chi può decidere a distinguere il buono dal cattivo e rendersi conto che possono esistere alternative, finora sconosciute, come la nostra Real Digital Currency.